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Il tenace soldatino di stagno
Grimm Märchen

Il tenace soldatino di stagno - Fiaba di Hans Christian Andersen

Tempo di lettura per bambini: 11 min

C’erano una volta venticinque soldati di stagno, tutti fratelli tra loro perché erano nati da un vecchio cucchiaio di stagno. Tenevano il fucile in mano, e lo sguardo fisso in avanti, nella bella uniforme rossa e blu. La prima cosa che sentirono in questo mondo, quando il coperchio della scatola in cui erano venne sollevata, fu l’esclamazione: «Soldatini di stagno! » gridata da un bambino che batteva le mani; li aveva ricevuti perché era il suo compleanno, e li allineò sul tavolo. I soldatini si assomigliavano in ogni particolare, solo l’ultimo era un po‘ diverso: aveva una gamba sola perché era stato fuso per ultimo e non c’era stato stagno a sufficienza! Comunque stava ben dritto sulla sua unica gamba come gli altri sulle loro due gambe e proprio lui ebbe una strana sorte. Sul tavolo dove erano stati appoggiati c’erano molti altri giocattoli, ma quello che più attirava l’attenzione era un grazioso castello di carta. Attraverso le finestrelle si poteva vedere nelle sale. All’esterno si trovavano molti alberelli intorno a uno specchietto che doveva essere un lago; vi nuotavano sopra e vi si rispecchiavano cigni di cera. Tutto era molto grazioso, ma la cosa più carina era una fanciulla, in piedi sulla porta aperta del castello; anche lei era fatta di carta, ma aveva la gonna di lino finissimo e un piccolo nastro azzurro drappeggiato sulle spalle con al centro un lustrino splendente, grande come il suo viso. La fanciulla aveva entrambe le mani tese in alto, perché era una ballerina, e aveva una gamba sollevata così in alto che il soldatino di stagno, non vedendola, credette che anch’ella avesse una gamba sola, proprio come lui. „Quella sarebbe la sposa per me!“ pensò „ma è molto elegante e abita in un castello; io invece ho solo una scatola e ci abitiamo in venticinque, non è certo un posto per lei! comunque devo cercare di fare conoscenza!“ Si stese lungo com’era dietro una tabacchiera che si trovava sul tavolo; da lì poteva vedere bene la graziosa fanciulla che continuava a stare su una gamba sola, senza perdere l’equilibrio. A sera inoltrata gli altri soldatini di stagno entrarono nella scatola e gli abitanti della casa andarono a letto. Allora i giocattoli cominciarono a divertirsi: si scambiavano visite ballavano, giocavano alla guerra. I soldatini di stagno rumoreggiavano nella scatola, perché desideravano partecipare ai divertimenti, ma non riuscirono a togliere il coperchio. Lo schiaccianoci faceva le capriole e il gesso si divertiva sulla lavagna, facevano un tale rumore che il canarino si svegliò e cominciò a parlare in versi. Gli unici che non si mossero affatto furono il soldatino di stagno e la piccola ballerina; lei si teneva ritta sulla punta del piede con le due braccia alzate, lui con pari tenacia restava dritto sulla sua unica gamba e gli occhi non si spostavano un solo momento da lei. Suonò mezzanotte e tac… si sollevò il coperchio della tabacchiera, ma dentro non c’era tabacco, bensì un piccolissimo troll nero, perché era una scatola a sorpresa. «Soldato! » disse il troll «smettila di guardare gli altri! »

Ma il soldatino fìnse di non sentire. «Aspetta domani e vedrai! » gli disse il troll. Quando l’indomani i bambini si alzarono, il soldatino fu messo vicino alla finestra e, non so se fu il troll o una folata di vento, la finestra si aprì e il soldatino cadde a testa in giù dal terzo piano. Fu un volo terribile, a gambe all’aria, poi cadde sul berretto infilando la baionetta tra le pietre. La domestica e il ragazzino scesero subito a cercarlo, ma sebbene stessero per calpestarlo, non riuscirono a vederlo. Se il soldatino avesse gridato: „Sono qui!“ lo avrebbero certamente trovato, ma lui pensò che non fosse bene gridare a voce alta perché era in uniforme. Cominciò a piovere, le gocce cadevano sempre più fitte e venne un bell’acquazzone: quando finalmente smise di piovere arrivarono due monelli. «Guarda! » disse uno «c’è un soldatino di stagno! adesso lo facciamo andare in barca. »

Fecero una barchetta con un giornale, vi misero dentro ii soldatino e lo fecero navigare lungo un rigagnolo; gli correvano dietro battendo le mani. Dio ci salvi! che ondate c’erano nel rigagnolo, e che corrente! Tutto a causa dell’acquazzone. La barchetta andava su e giù e ogni tanto girava su se stessa così velocemente che il soldatino tremava tutto, ma ciò nonostante, tenace com’era, non batté ciglio, guardò sempre davanti a sé e tenne il fucile sotto il braccio. Improvvisamente la barchetta si infilò in un passaggio sotterraneo della fogna; era così buio che al soldatino sembrava d’essere nella sua scatola. „Dove sto andando?“ pensò. „Sì, tutta colpa del troll! Ah, se solo la fanciulla fosse qui sulla barca con me, allora non mi importerebbe che fosse anche più buio.“

In quel mentre sbucò fuori un grosso ratto, che abitava nella fogna. «Hai il passaporto? » chiese. «Tira fuori il passaporto! » Ma il soldatino restò zitto e tenne il fucile ancora più stretto. La barchetta passò oltre e il ratto si mise a seguirla. Hu! come digrignava i denti e gridava alle pagliuzze e ai trucioli: «Fermatelo! Fermatelo! non ha pagato la dogana! non ha mostrato il passaporto! ». Ma la corrente si fece sempre più forte e il soldatino scorgeva già la luce del giorno alla fine della fogna, quando sentì un rumore terribile, che faceva paura anche a un uomo coraggioso; pensate, il rigagnolo finiva in un grande canale, e per il soldatino era pericoloso come per noi capitare su una grande cascata. Ormai era così vicino che gli era impossibile fermarsi. Si irrigidì più che potè, perché nessuno potesse dire che aveva avuto paura. La barchetta girò su se stessa tre, quattro volte e ormai era piena di acqua fino all’orlo e stava per affondare. Il soldatino sentiva l’acqua arrivargli alla gola, e la barchetta affondava sempre più; la carta intanto si disfaceva. L’acqua gli coprì anche la testa -allora pensò alla graziosa ballerina che non avrebbe rivisto mai più, e si sentì risuonare nelle orecchie:

Addio, bel soldatino morir dovrai anche tu
La carta si disfece del tutto e il soldatino di stagno andò a fondo, ma subito venne inghiottito da un grosso pesce. Oh, com’era buio là dentro! ancora più buio che nella fogna, e poi era così stretto; ma il soldatino era tenace e restò lì disteso col fucile in spalla. Il pesce si agitava in modo terribile, poi si calmò e fu come se un lampo lo attraversasse. La luce ormai splendeva e qualcuno gridò: «Il soldatino di stagno! ». Il pesce era stato pescato, portato al mercato, venduto e portato in cucina dove una ragazza lo aveva tagliato con un grosso coltello. Prese con due dita il soldatino e lo portò in salotto dove tutti volevano vedere quell’uomo straordinario che aveva viaggiato nella pancia di un pesce; ma lui non si insuperbì. Lo misero sul tavolo e… oh, che stranezze succedono nel mondo! il soldatino si trovò nella stessa sala in cui era stato prima, vide gli stessi bambini e i giocattoli che erano sul tavolo, il bel castello di carta con la graziosa ballerina, che ancora stava ritta su un piede solo e teneva l’altro sollevato; anche lei era tenace e questo commosse il soldatino che stava per piangere lacrime di stagno, ma questo non gli si addiceva. La guardò, e lei guardò lui, ma non dissero una sola parola. In quel mentre uno dei bambini più piccoli prese il soldatino e lo gettò nella stufa, e proprio senza alcun motivo, sicuramente era colpa del troll della tabacchiera. Il soldatino vide una gran luce e sentì un gran calore, era insopportabile, ma lui non sapeva se era proprio la fiamma del fuoco o quella dell’amore. I suoi colori erano ormai sbiaditi, ma chi poteva dire se fosse per il viaggio o per la pena d’amore? Il soldatino guardò la fanciulla e lei guardò lui, e lui si sentì sciogliere, ma ancora teneva ben stretto il fucile sulla spalla. Intanto una porta si spalancò e il vento afferrò la ballerina che volò come una silfide proprio nella stufa vicino al soldatino. Sparì con una sola fiammata, e anche il soldatino si sciolse completamente. Quando il giorno dopo la domestica tolse la cenere, del soldatino trovò solo il cuoricino di stagno, della ballerina il lustrino tutto bruciacchiato e annerito.

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Contesto

Interpretazioni

„Il tenace soldatino di stagno“ è una delle celebri fiabe scritte da Hans Christian Andersen. Questa storia toccante e simbolica narra le vicende di un piccolo soldatino di stagno con una sola gamba, il quale affronta numerose avventure con stoicità e coraggio.

La trama ha inizio con un bambino che riceve venticinque soldatini di stagno come regalo di compleanno. Tutti i soldatini sono simili tra loro, eccetto uno che ha una sola gamba a causa di un errore di fusione. Nonostante la sua diversa condizione, il soldatino monogamba si distingue per la sua determinazione e resistenza.

Nel corso della storia, il soldatino sviluppa un profondo legame romantico e non corrisposto con una graziosa ballerina di carta. Entrambi sembrano essere uniti da una sorta di simmetria data dalla percezione che il soldatino ha di lei come avesse una sola gamba, proprio come lui.
Tuttavia, il destino li separa: il soldatino viene gettato fuori dalla finestra e, attraverso una serie di eventi sfortunati, finisce per vivere avventure emozionanti che lo portano a viaggiare in luoghi oscuri e minacciosi, fino ad essere inghiottito da un pesce.

Miracolosamente, il soldatino ritorna alla casa del bambino attraverso una serie di circostanze fortuite che culminano in un incontro finale con la ballerina. Tuttavia, la loro riunione è breve. Alla fine, entrambi finiscono insieme nella stufa, dove si sciolgono, ma il loro amore persiste simbolicamente attraverso due piccoli ricordi: un cuoricino di stagno e un lustrino bruciacchiato.

La fiaba tratta temi profondi come il coraggio, la fedeltà e la durezza del destino. Anche se il finale è tragico, la storia trasmette un senso di eterno legame e amore che supera le avversità materiali. La fiaba di Andersen è riconosciuta per il suo stile evocativo e la capacità di esplorare le emozioni umane più profonde.

„Il tenace soldatino di stagno“ di Hans Christian Andersen è una fiaba che offre numerosi spunti di riflessione attraverso le sue metafore e simbolismi.
Persistenza e Coraggio: La figura del soldatino rappresenta la tenacia e la perseveranza. Nonostante le avversità, dalla caduta dalla finestra al viaggio nel pesce, il soldatino rimane impavido e fermo. Questo simboleggia l’importanza di mantenere la propria integrità e forza interiore di fronte alle difficoltà.

L’Amore Idealizzato: Il soldatino prova un amore idealizzato per la ballerina, percepita come simile a lui per la posizione apparentemente monoculare. Questo amore non viene mai esplicitato verbalmente, simboleggiando l’idea di un amore profondo e silenzioso che non ha bisogno di parole per esistere. La loro riunione nel fuoco può essere vista come una rappresentazione dell’amore eterno, che supera la fisicità e si trasforma in qualcosa di più profondo.

Destino e Casualità: La storia esplora anche il tema del destino e della casualità. La vita del soldatino è segnata da eventi accidentali, dal cadere dalla finestra al finire nella pancia di un pesce. Questi eventi casuali portano infine il soldatino al suo destino finale insieme alla ballerina, suggerendo che il destino ha un suo modo di compiersi, spesso al di là del nostro controllo.

Critica Alla Società: Andersen potrebbe anche voler criticare la società del suo tempo attraverso la descrizione dei giochi vanesi e capricciosi dei bambini e la casualità con cui si determinano le sorti del soldatino. Questa critica può essere vista come un commento sulla superficialità e la casualità delle azioni umane che hanno effetti profondi e spesso distruttivi sugli altri.

Transitorietà della Vita: Il finale della storia, in cui sia il soldatino sia la ballerina si sciolgono, ricorda la natura effimera dell’esistenza. Anche gli amori e le intenzioni più tenaci sono soggetti al consumarsi e allo svanire, proprio come le vite stesse.

Innocenza e Perdite: Il soldatino, pur essendo un oggetto, è dotato di una purezza e un’essenza che vengono perse nel contesto della realtà umana, rappresentata dai bambini, dagli elementi naturali e dalle creature come il ratto. La storia illustra la perdita di innocenza e il sacrificio come parte dell’esperienza umana.

Queste interpretazioni mostrano come la semplice storia del soldatino di stagno possa essere vista da prospettive diverse e sollevare questioni importanti sulla natura della vita, dell’amore, del coraggio e del destino.


Informazioni per analisi scientifiche

Indicatore
Valore
TraduzioniDE, EN, DA, ES, FR, IT, NL, RO
Indice di leggibilità di Björnsson46
Flesch-Reading-Ease Indice10.2
Flesch–Kincaid Grade-Level12
Gunning Fog Indice19
Coleman–Liau Indice12
SMOG Indice12
Indice di leggibilità automatizzato11.5
Numero di caratteri3.804
Numero di lettere3.063
Numero di frasi31
Conteggio parole636
Parole medie per frase20,52
Parole con più di 6 lettere162
Percentuale di parole lunghe25.5%
Sillabe totali1.322
Sillabe medie per parola2,08
Parole con tre sillabe185
Parole di percentuale con tre sillabe29.1%
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