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Il bambino cattivo
Grimm Märchen

Il bambino cattivo - Fiaba di Hans Christian Andersen

Tempo di lettura per bambini: 6 min

C’era una volta un vecchio poeta, proprio un buon vecchio poeta. Una sera che era in casa, venne un tempo bruttissimo, la pioggia scendeva a scroscio, ma il vecchio poeta stava bene al caldo vicino alla stufa, dove la legna bruciava e le mele cuocevano.

«Saranno proprio fradici quei poveretti che si trovano fuori adesso! » disse, perché era proprio un buon poeta.

«Oh, apritemi! Sto congelando e sono bagnato fradicio! » gridò un bambinetto che si trovava fuori. Piangeva e bussava alla porta, mentre la pioggia continuava a cadere e il vento soffiava contro le finestre.

«Poverino! » esclamò il vecchio poeta, e aprì la porta. Vide un bambino, completamente nudo, con l’acqua che scorreva lungo i capelli biondi, tremante per il freddo; se non fosse entrato, sarebbe sicuramente morto, con quel tempaccio.

«Poverino! » disse il vecchio poeta e lo prese per mano. «Vieni qui da me, che ti scaldo. Adesso ti darò del vino e una mela, perché sei un bel bambino. »

E lo era veramente. Gli occhi sembravano due stelle lucenti, e i lunghi capelli dorati, pure grondanti d’acqua, erano tutti bene arricciati. Sembrava un angelo, ma era pallido per il freddo e tremava con tutto il corpo. In mano teneva un bell’arco, ma si era rovinato per l’acqua, e i colori delle frecce erano tutti mescolati per la grande umidità.

Il vecchio poeta sedette vicino alla stufa, si prese il ragazzino in grembo, gli strizzò l’acqua dai capelli, gli scaldò le manine nelle sue e fece bollire del vino per lui; così il piccolo si riebbe, le guance ripresero colore, e lui saltò sul pavimento e si mise a ballare intorno al vecchio poeta.

«Sei proprio un bambino allegro! » esclamò il vecchio poeta. «Come ti chiami? »

«Mi chiamo AMORE! » gli rispose. «Non mi conosci? E questo è il mio arco. Io so tirare con l’arco, so tirare davvero! Guarda, adesso torna il bel tempo; la luna splende. »

«Ma il tuo arco è rovinato» disse il vecchio poeta.

«Che peccato» rispose il bambino, lo prese in mano e lo guardò. «Oh, adesso si è asciugato, e non ha subito danni. La corda è ancora ben tesa! Adesso lo provo» e così tese l’arco, vi mise una freccia, mirò e colpì quel buon vecchio poeta proprio al cuore. «Hai visto che il mio arco non s’è rovinato! » esclamò, e ridendo forte se ne andò.

Che bambino cattivo! colpire così il vecchio poeta che lo aveva ospitato nella sua casetta calda, che era stato tanto buono con lui, che gli aveva dato del buon vino e la mela più bella.

Il buon poeta era steso sul pavimento e piangeva, era stato proprio colpito al cuore e diceva: «Ah, che ragazzo cattivo è Amore! Devo raccontarlo a tutti i bambini buoni, affinché stiano attenti e non giochino mai con lui, perché può far loro del male! ».

Tutti i bambini buoni, maschi e femmine, a cui egli raccontò l’accaduto, stavano in guardia dal crudele Amore, ma lui li ingannava ugualmente, perché era così abile! Quando gli studenti uscivano dalle lezioni, si affiancava a loro, con un libro sotto il braccio e un vestito nero. Non potevano certo riconoscerlo e così lo prendevano sottobraccio e credevano fosse uno studente come loro, ma a quel punto lui gli scoccava una freccia nel petto. Quando le ragazze se ne andavano via dal prete, o quando erano in chiesa, le seguiva sempre. Sì, era sempre con la gente! A teatro si metteva nel lampadario e ardeva come una lampada, così tutti credevano che fosse una lampadina, ma poi s’accorgevano di qualcos’altro.

Correva nel giardino reale e sui bastioni. Sì, una volta ha colpito tuo padre e tua madre al cuore! Prova a chiederglielo, e senti cosa ti diranno. Già, è proprio un ragazzo cattivo, questo Amore, non dovresti mai avere a che fare con lui. Va dietro alla gente. Pensa che una volta ha anche scoccato una freccia alla vecchia nonna; è passato tanto tempo ormai, ma lei non lo dimenticherà. Ah, cattivo Amore! Ma ora lo conosci; sai quanto sia cattivo quel bambino.

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Contesto

Interpretazioni

„La fiaba ‚Il bambino cattivo‘ di Hans Christian Andersen è una storia affascinante e simbolica che esplora la natura imprevedibile e spesso ingannevole dell’amore. La narrazione inizia con un vecchio poeta che, in una notte tempestosa, accoglie un bambino nudo e fradicio che bussa alla sua porta. Il poeta, mosso da compassione, offre al piccolo vino caldo e una mela, cercando di scaldarlo e confortarlo.

Il bambino, che si presenta come l’Amore stesso, inizialmente sembra innocente e angelico, con occhi scintillanti e capelli d’oro, ma si rivela presto dispettoso e imprevedibile. Nonostante l’arco del bambino sembri danneggiato dalla pioggia, egli dimostra che è ancora funzionante scoccando una freccia che colpisce il vecchio poeta al cuore.

Questa azione inaspettata rappresenta l’essenza del comportamento dell’Amore: capriccioso e a volte doloroso, colpisce quando meno te lo aspetti, nonostante le buone intenzioni e l’accoglienza che si possano offrirgli. Attraverso questa storia, Andersen ci avverte dei rischi e delle sorprese che l’amore può comportare, illustrando come persino chi è più attento e generoso possa cadere vittima delle sue frecce.

L’Amore, descritto come un ‚bambino cattivo‘, continua a ingannare studenti e ragazze, insinuandosi nei loro cuori in modi subdoli e inaspettati. Questa metafora estesa serve a ricordare che l’amore è una forza potente e misteriosa, spesso al di fuori del nostro controllo, capace di suscitare intensa gioia ma anche sofferenza. La fiaba di Andersen ci invita così a riflettere sulla natura ambivalente dell’amore e ad affrontarlo con cautela e consapevolezza. “

„Diverse interpretazioni della fiaba“ di Hans Christian Andersen, con il racconto „Il bambino cattivo“, ci presenta una storia sorprendente che gioca con l’idea dell’amore come forza potente e, a volte, ingannevole. Andersen usa la figura di un piccolo cupido, rappresentato come un bambino bagnato e indifeso, per illustrare come l’amore possa essere al contempo delizioso e destabilizzante.

La storia inizia con un vecchio poeta che, mosso dalla compassione, accoglie un giovane bambino nudo e tremante dalla pioggia. Questo bambino, che si rivela essere Amore, inizialmente appare innocente e vulnerabile, suscitando la simpatia del poeta. Tuttavia, rivela presto un carattere diverso colpendo il poeta al cuore con il suo arco e le sue frecce, simboleggiando come l’amore possa colpire inaspettatamente e profondamente.

Il racconto mette in luce il paradosso dell’amore: una forza che può scaldare e vivificare, ma che può anche colpire e ferire senza preavviso. Andersen personifica l’amore come un bambino capriccioso e dispettoso, un’immagine che sottolinea la sua natura imprevedibile e il suo potere di trasformare le emozioni umane in modo incontrollabile. La storia suggerisce una morale di cautela, avvertendo che l’amore, sebbene attraente e affascinante, può portare anche sofferenza e confusione.

Attraverso l’uso dell’ironia e di un tono quasi favolistico, Andersen ci invita a riflettere su come l’amore influenzi le nostre vite in modi intricati e spesso sorprendenti. La fiaba è un esempio della straordinaria capacità di Andersen di cogliere le sfumature delle emozioni umane e di tradurle in racconti che, seppur semplici nell’apparenza, contengono profonde verità sulla natura dell’essere umano.


Informazioni per analisi scientifiche

Indicatore
Valore
TraduzioniDE, EN, DA, ES, IT, NL
Indice di leggibilità di Björnsson40.5
Flesch-Reading-Ease Indice25.2
Flesch–Kincaid Grade-Level12
Gunning Fog Indice17.5
Coleman–Liau Indice11.4
SMOG Indice12
Indice di leggibilità automatizzato8.4
Numero di caratteri1.418
Numero di lettere1.114
Numero di frasi15
Conteggio parole241
Parole medie per frase16,07
Parole con più di 6 lettere59
Percentuale di parole lunghe24.5%
Sillabe totali471
Sillabe medie per parola1,95
Parole con tre sillabe67
Parole di percentuale con tre sillabe27.8%
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