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Rosaspina
Rosaspina Märchen

Rosaspina - Fiaba dei Fratelli Grimm

Tempo di lettura per bambini: 8 min

C’era una volta un re e una regina che ogni giorno dicevano: „Ah, se avessimo un bambino!“ Ma il bambino non veniva mai. Un giorno, mentre la regina faceva il bagno, ecco che un gambero saltò fuori dall’acqua e le disse: „Il tuo desiderio sarà esaudito: darai alla luce una bambina.“

La profezia del gambero si avverò e la regina partorì una bimba così bella che il re non stava più nella pelle dalla gioia e ordinò una gran festa. Non invitò soltanto i suoi parenti, amici e conoscenti, ma anche le fate perché‚ fossero benevole e propizie alla neonata. Nel suo regno ve n’erano tredici, ma siccome egli possedeva soltanto dodici piatti d’oro per il pranzo, dovette rinunciare a invitarne una.

Dopo la festa, le fate diedero alla bimba i loro doni meravigliosi: la prima le donò la virtù, la seconda la bellezza, la terza la ricchezza, e così via, tutto ciò che si può desiderare al mondo. Dieci fate avevano già formulato il loro auspicio, quando giunse la tredicesima che voleva vendicarsi perché‚ non era stata invitata. Ella disse ad alta voce: „A quindici anni, la principessa si pungerà con un fuso e cadrà a terra morta.“

Rosaspina FiabaImmagine: Otto Kubel (1868 – 1951)

Allora si fece avanti la dodicesima, che doveva formulare il suo voto; certo non poteva annullare la spietata sentenza, ma poteva attenuarla e disse: „La principessa non morirà ma cadrà in un sonno profondo che durerà cento anni.“

Il re, sperando di poter preservare la sua bambina da quella grave disgrazia, ordinò che tutti i fusi del regno fossero bruciati. Frattanto, nella fanciulla si adempirono i voti delle fate: ella era così bella, virtuosa, gentile e intelligente, che non si poteva guardarla senza volerle bene. Ora avvenne che proprio il giorno in cui compì quindici anni, il re e la regina erano fuori ed ella rimase sola nel castello. Giro dappertutto, visitò ogni stanza a piacer suo e giunse infine a una vecchia torre. Salì una stretta scaletta che la condusse fino a una porticina. Nella serratura c’era una chiave arrugginita e quand’ella la girò, la porta si spalancò: in una piccola stanzetta c’era una vecchia con un fuso che filava con solerzia il suo lino.

Rosaspina FiabaImmagine: Otto Kubel (1868 – 1951)

„Oh, nonnina,“ disse la principessa, „che cosa stai facendo?“ – „Filo,“ rispose la vecchia, e assentì con il capo. „Come gira quest’aggeggio!“ esclamò la fanciulla, e prese in mano il filo per filare anche lei. Ma non appena lo toccò, si compì l’incantesimo ed ella si punse un dito.

Come sentì la puntura, cadde a terra in un sonno profondo. E il re e la regina, che stavano rincasando, si addormentarono anch’essi con tutta la corte.

Rosaspina FiabaImmagine: Otto Kubel (1868 – 1951)

I cavalli si addormentarono nelle stalle, i cani nel cortile, le colombe sul tetto, le mosche sulla parete; persino il fuoco che fiammeggiava nel camino si smorzò e si assopì, l’arrosto smise di sfrigolare e il cuoco, che voleva prendere per i capelli uno sguattero colto in flagrante, lo lasciò andare e si addormentò anche lui. Tutto ciò che aveva parvenza di vita, tacque e dormì.

Intorno al castello crebbe una siepe di fitte spine, che ogni anno diventava sempre più alta finché‚ arrivò a cingerlo completamente e a ricoprirlo tutto; così non se ne vide più nulla, neanche le bandiere sul tetto.

Rosaspina FiabaImmagine: Otto Kubel (1868 – 1951)

Ma nel paese si diffuse la leggenda di Rosaspina, la bella addormentata, come veniva chiamata la principessa; e ogni tanto veniva qualche principe che si avventurava attraverso il roveto tentando di raggiungere il castello. Ma non riuscivano a penetrarvi perché‚ le spine li trattenevano come se si fosse trattato di mani, ed essi si impigliavano e morivano miseramente.

Dopo molti, molti anni, giunse nel paese un altro principe; un vecchio gli parlò dello spineto che circondava un castello nel quale una meravigliosa principessa di nome Rosaspina dormiva con tutta la corte. Già suo nonno gli aveva narrato che molti principi avevano tentato di penetrare fra le spine ma vi erano rimasti imprigionati ed erano miseramente periti. Allora il giovane disse: „Io non ho timore: attraverserò i rovi e vedrò la bella Rosaspina.“ Il vecchio cercò di dissuaderlo in tutti i modi, ma egli non gli diede retta.

Ora, proprio il giorno in cui il principe tentò l’impresa erano trascorsi cento anni.

Rosaspina FiabaImmagine: Otto Kubel (1868 – 1951)

Quando si avvicinò al roveto, non trovò che fiori bellissimi che si scostarono spontaneamente al suo passaggio, ricongiungendosi alle sue spalle, sicché‚ egli passò illeso. Giunto nel cortile del castello, vide cavalli e cani da caccia pezzati che dormivano, distesi a terra; sul tetto erano posate le colombe con le testine sotto l’ala. Quando entrò, le mosche dormivano sulla parete e il cuoco, in cucina, tendeva ancora la mano per afferrare lo sguattero, mentre la serva sedeva davanti al pollo nero che doveva spennare.

Rosaspina FiabaImmagine: Paul Hey (1867 – 1952)

Egli andò oltre e vide dormire tutta la corte e in alto, sul trono, dormivano il re e la regina. Proseguì ancora e il silenzio era tale che egli udiva il proprio respiro. Finalmente giunse alla torre e aprì la porta della cameretta in cui dormiva Rosaspina. Giaceva là, ed era così bella che egli non riusciva a distoglierne lo sguardo. Si chinò e le diede un bacio.

E, come l’ebbe baciata, Rosaspina aprì gli occhi, si svegliò e lo guardò tutta ridente.

Rosaspina FiabaImmagine: Otto Kubel (1868 – 1951)

Allora scesero insieme e il re, la regina e tutta la corte si svegliarono e si guardarono l’un l’altro stupiti. I cavalli in cortile si alzarono e si scrollarono; i cani da caccia saltarono su scodinzolando; le colombe sul tetto levarono la testina da sotto l’ala, si guardarono intorno e volarono nei campi; le mosche ripresero a muoversi sulle pareti; il fuoco in cucina si ravvivò, si mise ad ardere e continuò a cuocere il pranzo; l’arrosto ricominciò a sfrigolare, il cuoco diede allo sguattero uno schiaffo che lo fece gridare, e la serva finì di spennare il pollo.

Poi furono celebrate con gran fasto le nozze del principe e di Rosaspina, che vissero felici fino alla morte.

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Contesto

Interpretazioni

Linguistica

„Rosaspina“ è una fiaba dei Fratelli Grimm che racconta la storia di una principessa vittima di una maledizione. Un re e una regina desiderano ardentemente un figlio, e il loro desiderio si avvera con la nascita di una bellissima bambina. Durante la festa per celebrare la nascita, invitano tutte le fate tranne una a causa della mancanza di un piatto d’oro.
La fata esclusa, offesa, lancia una maledizione: la principessa si pungerà con un fuso e morirà il giorno del suo quindicesimo compleanno. Tuttavia, un’altra fata riesce ad attenuare la maledizione, trasformando la morte in un sonno profondo di cento anni.

Nel tentativo di proteggere la figlia, il re ordina di bruciare tutti i fusi del regno. Nonostante ciò, il giorno del quindicesimo compleanno, la principessa trova un fuso in una torre nascosta del castello, si punge e cade in un sonno profondo, portando tutto il regno a condividere il suo destino.

Con il passare degli anni, una leggenda si diffonde, narrando di „Rosaspina,“ la bella addormentata. Molti principi tentano di superare il fitto roveto che circonda il castello, ma falliscono. Solo un principe, arrivato dopo cent’anni, riesce a far fiorire le spine e a penetrare nel castello. Trova Rosaspina, la bacia, e così rompe l’incantesimo. Tutti si risvegliano e il principe e Rosaspina si sposano, vivendo per sempre felici e contenti.

La fiaba esplora temi come il destino, il potere del tempo e dell’amore, e le conseguenze delle azioni non intenzionate. Attraverso l’incantesimo di cent’anni, rappresenta simbolicamente la pazienza e l’attesa di una vera rinascita e un nuovo inizio.

La fiaba di „Rosaspina“, nota anche come „La bella addormentata“, dei Fratelli Grimm è una delle storie più iconiche nella letteratura fiabesca, e offre un ampio spazio per diverse interpretazioni e riflessioni.

Desiderio e Profezia: La storia inizia con il desiderio insoddisfatto del re e della regina di avere un figlio, che viene finalmente esaudito in modo magico. Questo può rappresentare il tema dell’attesa e del destino, oltre a suggerire che la realizzazione di un desiderio può portare conseguenze inattese.

La Funzione delle Fate: Le fate nella fiaba fungono da simbolo delle forze benevole e malevole che influenzano la vita. Mentre le prime undici fate donano qualità positive alla principessa, la tredicesima, esclusa dall’invito, porta una maledizione. Questa dinamica può essere vista come una rappresentazione delle complessità del bene e del male nella vita umana, e l’importanza dell’inclusione e dell’accettazione.

Il Sonno e la Rinascita: La puntura della principessa e il suo conseguente sonno di cento anni simboleggiano una forma di morte simbolica e rinascita, un tema comune nelle narrazioni mitologiche e religiose. Il lungo sonno può rappresentare il passaggio da un’epoca a un’altra o una pausa necessaria per la crescita e il cambiamento.

Il Principe e il Vero Amore: L’arrivo del principe e il bacio che rompe l’incantesimo spesso vengono interpretati come l’idea del „vero amore“ che trascende il tempo e gli ostacoli. Tuttavia, può anche essere visto come una rappresentazione della speranza e della determinazione, dimostrando che le buone intenzioni e il coraggio possono superare maledizioni e avversità.

La Ciclicità della Vita: Con il risveglio di Rosaspina e di tutta la corte, la vita riprende come prima. Questo finale chiude la storia con un senso di continuità e rinnovo, suggerendo che nonostante le interruzioni e le pause, la vita e le sue attività quotidiane continuano.

La Simbologia del Roveto: La siepe di spine che cresce intorno al castello può rappresentare le barriere del tempo e le difficoltà che devono essere superate per raggiungere ciò che è veramente prezioso. La trasformazione delle spine in fiori al passaggio del principe simboleggia la trasformazione attraverso l’amore e il coraggio.

Nel complesso, „Rosaspina“ è una fiaba ricca di simbolismi e temi universali che continuano a risuonare con i lettori di varie epoche e culture, offrendo spunti di riflessione sulla vita, il destino e le forze che ci guidano.

L’analisi linguistica della fiaba „Rosaspina“ dei Fratelli Grimm si concentra sugli elementi linguistici e stilistici utilizzati nel testo, osservando come essi contribuiscono alla narrazione e alla caratterizzazione della storia.

Ecco alcuni punti salienti

Forma narrativa e struttura: La fiaba si presenta in una struttura tradizionale, con un inizio che introduce i personaggi principali (il re e la regina), uno sviluppo che include il conflitto causato dalla maledizione della tredicesima fata, un climax con l’arrivo del principe, e una conclusione felice con il risveglio di Rosaspina e le nozze.

Linguaggio e stile: Il linguaggio è semplice e diretto, tipico delle fiabe, per rendere il racconto comprensibile a un pubblico ampio, inclusi i bambini. Tuttavia, ci sono anche elementi poetici e descrittivi, come nella descrizione della principessa e degli effetti dell’incantesimo, che aggiungono una qualità evocativa alla narrazione.

Uso dei dialoghi: I dialoghi sono brevi ma significativi, spesso usati per avanzare la trama o per sottolineare i momenti chiave, come la maledizione della fata e il risveglio di Rosaspina. Le parole della tredicesima fata, in particolare, sono cruciali per stabilire il conflitto centrale della storia.

Simbolismo: La fiaba è ricca di simbolismi, come le fate, che rappresentano forze benefiche e malefiche, o il sonno della principessa, che simboleggia un periodo di transizione o trasformazione. Anche il numero cento e il tempo che scorre giocano un ruolo simbolico nel segnalare il compimento di un ciclo.

Temi ricorrenti: Temi come il destino, la magia, la bellezza, e l’amore sono centrali nella fiaba. Questi elementi sono comuni nel genere delle fiabe e servono a impartire lezioni morali o a esplorare questioni universali.

Atmosfera e tono: La storia è immersa in un’atmosfera di magia e incanto, ma anche di minaccia e pericolo a causa della maledizione. Il tono oscilla tra il meraviglioso e il serio, specialmente quando si affronta la profezia della fata cattiva.

Caratterizzazione: I personaggi tendono a essere archetipici, con tratti distintivi ma semplici. Rosaspina è bella e innocente, il principe è coraggioso, il re e la regina sono amorosi ma impotenti di fronte alla magia, e le fate rappresentano il bene e il male.

Questa analisi evidenzia come i Fratelli Grimm abbiano utilizzato elementi linguistici specifici per costruire un racconto efficace e affascinante, conservando nello stesso tempo la semplicità e l’efficacia delle fiabe tradizionali.


Informazioni per analisi scientifiche

Indicatore
Valore
NumeroKHM 50
Aarne-Thompson-Uther IndiceATU Typ 410
TraduzioniDE, EN, EL, DA, ES, FR, PT, FI, HU, IT, JA, NL, KO, PL, RO, RU, TR, VI, ZH
Indice di leggibilità di Björnsson45.8
Flesch-Reading-Ease Indice15.2
Flesch–Kincaid Grade-Level12
Gunning Fog Indice19
Coleman–Liau Indice11.8
SMOG Indice12
Indice di leggibilità automatizzato11.6
Numero di caratteri5.815
Numero di lettere4.631
Numero di frasi45
Conteggio parole989
Parole medie per frase21,98
Parole con più di 6 lettere236
Percentuale di parole lunghe23.9%
Sillabe totali1.979
Sillabe medie per parola2,00
Parole con tre sillabe281
Parole di percentuale con tre sillabe28.4%
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