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L’oca d’oro
L’oca d’oro Märchen

L’oca d’oro - Fiaba dei Fratelli Grimm

Tempo di lettura per bambini: 10 min

C’era un uomo che aveva tre figli; il minore, chiamato il Grullo, era disprezzato, dileggiato e messo da parte in ogni occasione. Un giorno il maggiore volle andare nel bosco a far legna e prima di uscire la madre gli diede una bella frittata e una bottiglia di vino perché‚ non patisse la fame e la sete. Quando giunse nel bosco, incontrò un vecchio omino grigio, che lo salutò e disse: -Dammi un pezzo della tua frittata e fammi bere un sorso del tuo vino, ho tanta fame e tanta sete!-. Ma il figlio avveduto rispose: -Se ti do la mia frittata e il mio vino, a me non resta più nulla. Vattene per la tua strada!- e se ne andò. Incominciò a tagliare un albero, ma ben presto sbagliò il colpo ferendosi il braccio con la scure e dovette andare a casa a farsi bendare. In realtà si trattava del castigo dell’omino grigio. Poi toccò al secondo figlio andare nel bosco, e la madre diede anche a lui una frittata e una bottiglia di vino. Anch’egli s’imbatté‚ nel vecchio omino grigio, che gli chiese un pezzo di frittata e un sorso di vino. Ma anche il secondo figlio parlò ragionevolmente: -Ciò che do a te, manca a me. Vattene per la tua strada!- e proseguì. L’omino non fece tardare il castigo: dopo aver dato due o tre colpi di scure a un albero, il giovane si ferì la gamba e dovettero trasportarlo a casa. Allora il Grullo disse: -Padre, voglio andare a far legna anch’io-. Il padre rispose: -I tuoi fratelli si sono fatti male; tu lascia perdere, tanto non ne capisci niente-. Ma il Grullo lo pregò tanto che il padre finì col dirgli: -Va‘ pure, imparerai a tue spese-. La madre gli diede una focaccia cotta nella cenere e una bottiglia di birra acida. Quando arrivò nel bosco, incontrò anch’egli il vecchio omino grigio, che lo salutò e gli disse: -Dammi un pezzo della tua focaccia e un sorso della tua bottiglia, ho tanta fame e tanta sete-. Il Grullo rispose: -Ho soltanto una focaccia cotta nella cenere e birra acida; se ti va bene possiamo sederci a mangiare-. Si sedettero e quando il Grullo tirò fuori la sua focaccia, trovò una bella frittata, e la birra acida era del buon vino. Mangiarono e bevvero, poi l’omino disse: -Poiché‚ hai buon cuore e dividi volentieri con altri ciò che è tuo, voglio renderti fortunato. Là c’è un vecchio albero; abbattilo e troverai qualcosa nelle radici-. Ciò detto si congedò da lui. Il Grullo andò ad abbattere l’albero, e quand’esso cadde trovò nelle radici un’oca dalle piume d’oro puro. La tirò fuori, la prese con s‚ e andò a pernottare in una locanda. Ma l’oste aveva tre figlie che, vedendo l’oca, erano curiose di sapere di che strano uccello si trattasse, e avrebbero preso volentieri una delle sue piume d’oro. La maggiore pensò: „Devo assolutamente avere una piuma!.“

L'oca d'oro FiabaImmagine: Paul Hey (1867 – 1952)

Aspettò che il Grullo fosse uscito e afferrò l’oca per l’ala, ma le dita vi rimasero appiccicate. Poco dopo arrivò la seconda, e non aveva altro pensiero che prendersi anche lei una piuma; si avvicinò, ma non appena ebbe sfiorato la sorella, vi rimase attaccata. Infine venne anche la terza a reclamare una piuma; allora le altre gridarono: -Sta‘ lontana, per l’amor di Dio, sta‘ lontana!-. Ma ella non capiva il perché‚ e pensò: „Se ci sono loro posso esserci anch’io.“ Si avvicinò di corsa, ma non appena ebbe sfiorato sua sorella, le rimase attaccata. Così dovettero trascorrere la notte con l’oca. Il mattino dopo il Grullo prese in braccio l’oca, e se ne andò senza curarsi affatto delle tre fanciulle. Esse erano costrette a corrergli sempre dietro, a destra e a sinistra, dove lo portavano le gambe. Il mezzo ai campi incontrarono il parroco che, vedendo quella processione, disse: -Vergognatevi razza di scostumate. Vi pare decente correre per i campi dietro a quel ragazzo?-. Ciò detto afferrò la più giovane per la mano perché‚ si fermasse ma, non appena l’ebbe sfiorata, rimase attaccato anche lui e dovette correre dietro a loro. Poco dopo giunse il sagrestano e vide il parroco che stava tallonando tre ragazze. Meravigliato, gridò: -Ehi, signor parroco, dove andate così in fretta? Oggi abbiamo ancora un battesimo!-. Lo rincorse, lo afferrò per la manica e rimase attaccato anche lui. Mentre i cinque trottavano così uno dietro l’altro, dal campo giunsero due contadini con le loro zappe e il parroco li chiamò, pregandoli di venire a liberarli.

L'oca d'oro FiabaImmagine: Otto Kubel (1868 – 1951)

Ma avevano appena sfiorato il sagrestano che rimasero attaccati anche loro; così adesso erano in sette a correr dietro al Grullo con l’oca. Poi egli giunse in una città dove regnava un re che aveva una figlia tanto seria che nessuno riusciva a farla ridere. Perciò egli aveva stabilito che l’avrebbe avuta in isposa solo colui che vi fosse riuscito. Il Grullo, quando lo seppe, si presentò con l’oca e tutto il seguito alla principessa; e quand’ella vide i sette che correvano l’uno dietro l’altro, incominciò a ridere forte, e non la smetteva più. Allora il Grullo pretese che gliela si desse in moglie, ma il re fece un mucchio di obiezioni e disse che prima doveva portargli un uomo che fosse in grado di bere tutto il vino di una cantina. Il Grullo pensò che l’omino grigio avrebbe potuto aiutarlo; andò nel bosco e là dove aveva abbattuto l’albero vide un uomo seduto con la faccia tutta triste. Il Grullo domandò che cosa lo addolorasse tanto. -Ah!- rispose quello -ho tanta sete e non ho da bere a sufficienza; ho sì vuotato una botte di vino, ma cos’è una goccia su di una pietra bollente?- -Posso aiutarti io- disse il Grullo -vieni con me, ti disseterai.- Lo condusse nella cantina del re e l’uomo si gettò su quelle grosse botti, e bevve, bevve tanto che gli dolevano i fianchi; prima che fosse trascorsa la giornata aveva vuotato la cantina.

L'oca d'oro FiabaImmagine: Paul Hey (1867 – 1952)

Il Grullo chiese nuovamente la fanciulla in isposa, ma il re si seccò che un volgare ragazzotto, che tutti chiamavano il Grullo, gli portasse via la figlia, e pose altre condizioni: doveva portargli un uomo che fosse in grado di mangiare una montagna di pane. Il Grullo si recò nuovamente nel bosco e dove si trovava l’albero trovò un uomo che si stringeva la vita con una cinghia e diceva, con viso burbero: -Ho mangiato un’intera infornata di panini, ma non può certo bastare con la fame che mi ritrovo! Mi sento lo stomaco vuoto, e non mi resta che stringermi la vita se non voglio morire di fame-. Udendo queste parole, il Grullo disse, tutto contento: -Alzati e vieni con me, ti sazierai-. Lo condusse a corte dove il re aveva ordinato di raccogliere tutta la farina del regno e di cuocere un’enorme montagna di pane. Ma l’uomo del bosco vi si mise davanti, incominciò a mangiare e in un giorno e una notte l’intera montagna era sparita. Il Grullo chiese nuovamente la sposa, ma il re cercò un’altra scusa e gli disse di procurargli una nave che andasse per mare e per terra; se fosse riuscito in quest’impresa avrebbe avuto subito la fanciulla in isposa. Il Grullo andò ancora una volta nel bosco e ci trovò il vecchio omino grigio al quale aveva dato la sua focaccia e che gli disse: -Ho bevuto e mangiato per te, e ora ti darò anche la nave. Faccio tutto questo perché‚ sei stato pietoso con me-. Gli diede la nave che andava per mare e per terra; e, quando il re la vide, dovette accordargli la figlia. Furono celebrate le nozze, il Grullo ereditò poi il regno e visse a lungo felice con la sua sposa.

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Contesto

Interpretazioni

Linguistica

„L’oca d’oro“ è una delle numerose fiabe raccolte dai Fratelli Grimm. La storia mette in risalto temi tipici delle fiabe, come l’importanza della generosità, la ricompensa per la bontà d’animo e la capacità di superare prove apparentemente impossibili grazie all’aiuto di figure magiche o misteriose.

Ecco una breve sintesi della fiaba:

La storia inizia con un uomo che ha tre figli, tra cui il più giovane è chiamato „il Grullo“ ed è spesso disprezzato e sottovalutato dai suoi stessi familiari. I suoi due fratelli maggiori, più avidi e egoisti, falliscono nel tentativo di tagliare la legna nel bosco perché non mostrano gentilezza verso un omino grigio che incontrano lungo la strada.

Quando è il turno del Grullo, sebbene gli venga dato solo cibo e bevanda modesti per il suo viaggio, condivide generosamente ciò che ha con il vecchio omino grigio. In segno di gratitudine, l’omino lo premia con un’oca dalle piume d’oro, trovata sotto le radici di un albero che il Grullo abbatte.

Portandola con sé in una locanda, l’oca attira l’attenzione delle figlie dell’oste, che finiscono per rimanere attaccate ad essa nel tentativo di rubarne una piuma. Questa situazione comica diventa sempre più assurda mentre altre persone si uniscono involontariamente al corteo, formando una processione di persone rimaste attaccate le une alle altre.

Alla fine, il Grullo arriva in una città dove una principessa triste non ride mai. La vista di questa strana processione con l’oca d’oro riesce a far ridere la principessa, permettendo al Grullo di conquistare la mano della ragazza secondo un decreto del re. Tuttavia, il re mette alla prova il Grullo con ulteriori sfide: trovare qualcuno che possa bere tutta la cantina del re, qualcuno che possa mangiare una montagna di pane e una nave che possa viaggiare su terra e mare.

Grazie all’aiuto dell’omino grigio, che trova le persone giuste per affrontare le prime due sfide e gli fornisce una nave magica, il Grullo supera tutte le prove. Infine, sposa la principessa e vive felice, ereditando il regno.

„L’oca d’oro“ celebra valori come la generosità, la lealtà e l’importanza di essere buoni e disponibili verso gli altri, premiando chi possiede queste qualità con successo e felicità.

„L’oca d’oro“ dei fratelli Grimm è una fiaba che tocca vari temi tradizionali, come la bontà ricompensata, l’invidia e il ridicolo, e la crescita attraverso prove di coraggio e gentilezza.

Il Grullo come eroe sottovalutato: Il Grullo, inizialmente disprezzato e sottovalutato dalla sua famiglia, dimostra che il valore di una persona non si misura dalle apparenze ma dalle azioni. La sua gentilezza verso il vecchio omino grigio, considerato insignificante dai suoi fratelli, diventa la chiave del suo successo. Questo sottolinea l’importanza della bontà d’animo e della generosità.

L’elemento magico e la fortuna: La fiaba incorpora elementi magici attraverso il dono dell’oca dalle piume d’oro, che diventa un simbolo di fortuna e cambiamento del destino. Il Grullo, che si distingue per il suo cuore puro, è ricompensato con qualcosa di straordinario, in contrasto con i suoi fratelli più pragmatici e avveduti.

Il tema della giustizia e del castigo: I fratelli del Grullo e gli altri personaggi che cercano egoisticamente di prendere qualcosa senza dare nulla in cambio vengono puniti attaccandosi all’oca, trasformandosi in una sorta di catena umana del ridicolo. Questo serve da monito contro l’avidità e la mancanza di generosità.

Le prove e l’ingegno: Per ottenere la mano della principessa, il Grullo affronta diverse prove impossibili, che riesce a superare grazie all’aiuto di personaggi magici incontrati lungo il suo cammino. Questo mostra che l’ingegno e l’aiuto reciproco sono fondamentali per superare le difficoltà.

Ridicolo e risate: Il corteo comico delle persone attaccate all’oca che provoca le risate inarrestabili della principessa suggerisce che la leggerezza e l’umorismo hanno il potere di cambiare il cuore e lo stato d’animo delle persone, aprendo la via alla felicità.

In sintesi, „L’oca d’oro“ narra di come un eroe inaspettato, attraverso azioni di gentilezza e altruismo, riesca a trasformare la sua fortuna, sfidando pregiudizi e dimostrando che le qualità interne superano sempre le apparenze esterne.

„L’oca d’oro“ dei Fratelli Grimm è una fiaba che esplora temi tradizionali come la bontà d’animo, la giustizia e la fortuna che derivano dal comportamento altruista. Attraverso un’analisi linguistica, si possono evidenziare alcuni aspetti chiave di questa storia.

Caratterizzazione dei Personaggi: Nella fiaba, i personaggi sono delineati in modo netto attraverso i loro dialoghi e azioni. Il Grullo, anche se inizialmente disprezzato e sottovalutato, si distingue per la sua generosità e bontà. I suoi fratelli, invece, rappresentano l’egoismo e la mancata compassione, e sono caratterizzati da risposte secche e poco disponibili nei confronti dell’omino grigio.

Ruolo del Discorso Diretto: L’utilizzo del discorso diretto è prevalente e serve a creare vivacità e immediatezza nel racconto. Le frasi dirette conferiscono alla storia un tono più colloquiale e permettono di mettere in risalto la natura dei personaggi attraverso le loro parole. Ad esempio, il modo in cui il Grullo si offre di condividere il suo pasto con l’omino evidenzia il suo carattere generoso.

Motivo del Superamento delle Prove: Come in molte fiabe, il protagonista deve superare una serie di prove per ottenere la sua ricompensa finale. Questi compiti spesso coinvolgono l’uso dell’astuzia e dell’aiuto magico, simboleggiato dall’omino grigio che rappresenta una guida soprannaturale. Il linguaggio utilizzato nei dialoghi con l’omino e durante le prove sottolinea la crescita del Grullo da „sciocco“ a eroe meritevole.

Ricorrenza di Espressioni: Le espressioni ripetitive, come quelle che descrivono l’interazione tra il Grullo e le persone che rimangono attaccate all’oca d’oro, creano un effetto comico e musicale, che è tipico delle narrazioni orali. Questi ritornelli aiutano anche a gestire la struttura narrativa, creando aspettativa e coinvolgimento.

Simbolismo dell’Oca d’Oro: L’oca dalle piume d’oro rappresenta una ricompensa non solo materiale ma anche spirituale. È un oggetto che, attraverso l’interazione con altre persone, rivela le loro vere nature e, allo stesso tempo, porta il Grullo verso il suo destino.

Nel complesso, „L’oca d’oro“ si avvale di un linguaggio semplice ma efficace, che rende la fiaba accessibile a un pubblico di tutte le età, permettendo di veicolare i valori di generosità e altruismo in modo immediato e duraturo.


Informazioni per analisi scientifiche

Indicatore
Valore
NumeroKHM 64
Aarne-Thompson-Uther IndiceATU Typ 571
TraduzioniDE, EN, EL, DA, ES, FR, PT, HU, IT, JA, NL, PL, RO, RU, TR, VI, ZH
Indice di leggibilità di Björnsson38.5
Flesch-Reading-Ease Indice28.1
Flesch–Kincaid Grade-Level12
Gunning Fog Indice17.4
Coleman–Liau Indice10.3
SMOG Indice12
Indice di leggibilità automatizzato9.2
Numero di caratteri7.254
Numero di lettere5.697
Numero di frasi66
Conteggio parole1.285
Parole medie per frase19,47
Parole con più di 6 lettere245
Percentuale di parole lunghe19.1%
Sillabe totali2.414
Sillabe medie per parola1,88
Parole con tre sillabe312
Parole di percentuale con tre sillabe24.3%
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