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I tre uccelli
Grimm Märchen

I tre uccelli - Fiaba dei Fratelli Grimm

Tempo di lettura per bambini: 10 min

Più di mille anni or sono nel nostro paese c’erano tanti piccoli re, e uno di essi abitava sul monte Keuter e gli piaceva molto andare a caccia. Una volta, mentre usciva dal castello con i suoi cacciatori, ai piedi del monte c’erano tre fanciulle che custodivano le mucche; e quando videro il re con tutta quella gente, la maggiore gridò alle altre due, indicando il re: -Ehi, ehi! Se non ottengo quello, non voglio nessuno!-. La seconda rispose, dall’altra parte del monte, indicando la persona che si trovava alla destra del re: -Ehi, ehi! Se non ottengo quello, non voglio nessuno!-. Allora la più giovane gridò, indicando la persona che si trovava alla sinistra del re: -Ehi, ehi! Se non ottengo quello, non voglio nessuno!-. E si trattava dei due ministri. Il re sentì tutto e, quando fu di ritorno dalla caccia, fece chiamare le tre fanciulle e chiese loro che cosa avessero detto il giorno prima ai piedi del monte. Esse non volevano dirlo, ma il re domandò alla maggiore se lo voleva per marito. Ella rispose di sì, e le sue sorelle sposarono i due ministri, poiché‚ erano tutt’e tre molto belle di viso, soprattutto la regina che aveva i capelli biondi come il lino. Ma le due sorelle non ebbero figli; e una volta che il re dovette partire, le fece chiamare per assistere la regina, che era incinta. Ella mise al mondo un maschietto con una stella rossa. Allora le due sorelle combinarono insieme di buttare in acqua quel bel bambino. Quando l’ebbero gettato nel fiume (credo che si trattasse del Weser), si alzò in volo un uccellino che cantò:-Preparato per la morte fino a cambio della sorte, fra i mazzi di gigli c’è un dei miei figli?-All’udirlo, le due sorelle si spaventarono e fuggirono. Quando il re tornò a casa, gli dissero che la regina aveva partorito un cane. E il re disse: -Quello che fa Dio, è ben fatto-. Ma nei pressi del fiume abitava un pescatore, che tirò fuori dall’acqua il bambino ancora vivo e, siccome sua moglie non aveva figli, lo allevarono loro. L’anno dopo, il re dovette nuovamente assentarsi, e la regina mise al mondo un altro maschietto; le due sorelle malvagie lo presero e lo buttarono nel fiume, e di nuovo si alzò in volo l’uccellino che cantò:-Preparato per la morte fino a cambio della sorte, fra i mazzi di gigli c’è un dei miei figli?-E quando il re tornò, le due sorelle gli dissero che la regina aveva di nuovo partorito un cane, ed egli ripeté‚: -Quello che fa Dio, è ben fatto-. Il pescatore tirò fuori dall’acqua anche questo bambino e lo allevò. Il re partì nuovamente e la regina partorì una bimba e le sorelle malvagie gettarono anche lei nel fiume. Di nuovo si alzò in volo l’uccellino che cantò:-Preparato per la morte fino a cambio della sorte, fra i mazzi di gigli c’è un dei miei figli?-Quando il re tornò a casa, gli dissero che la regina aveva partorito un gatto. Allora egli si arrabbiò e la fece gettare in carcere, dove rimase per lunghi anni. Nel frattempo i bambini erano cresciuti; una volta il maggiore andò a pescare con altri ragazzi, ma questi non lo volevano con loro e dicevano: -Vattene via, tu, figlio di nessuno!-. Egli ne fu molto addolorato e chiese al vecchio pescatore se fosse vero. Questi gli raccontò che una volta, pescando, l’aveva tirato fuori dall’acqua. Allora egli disse che voleva andare a cercare suo padre. Il pescatore lo pregò di rimanere ma egli non si lasciò convincere, e il pescatore finì col dargli il permesso. Egli si mise in cammino e camminò per giorni e giorni; finalmente arrivò a un gran fiume dove c’era una vecchia che pescava. -Buon giorno, nonnina!- disse il giovane. -Mille grazie!- -Credo che dovrai stare qui a lungo prima di prendere un pesce!- -E tu cercherai un bel po‘, prima di trovare tuo padre! Come fai ad attraversare il fiume?- disse la donna. -Già, lo sa Iddio!- Allora la vecchia se lo prese sulle spalle e lo portò sull’altra riva; ed egli cercò a lungo senza riuscire a trovare suo padre. Quando fu trascorso un anno, anche il secondo se ne andò a cercare il fratello; arrivò al fiume e tutto si svolse allo stesso modo. Ora a casa era rimasta solamente la fanciulla, e lamentava tanto la mancanza dei fratelli che finì anche lei col pregare il pescatore di lasciarla andare, poiché‚ voleva cercarli. Anche lei arrivò al grande fiume e disse alla vecchia: -Buon giorno, nonnina!-. -Mille grazie!- -Dio vi assista nella pesca!- All’udire queste parole, la vecchia divenne tutta gentile, la portò sull’altra riva, le diede una bacchetta e disse: -Continua sempre per questa strada, figlia mia, e quando passi vicino a un grosso cane nero, devi proseguire in silenzio e con coraggio, senza ridere e senza guardarlo. Poi arriverai a un grande castello aperto sulla cui soglia devi far cadere la bacchetta; e, andando sempre diritto, attraversa il castello ed esci dall’altra parte. Là c’è un vecchio pozzo e dal pozzo è cresciuto un grande albero al quale è appesa una gabbia con un uccello; prendila e prendi anche un bicchiere d’acqua dal pozzo e ritorna indietro per la stessa strada. Sulla soglia riprenditi la bacchetta e, quando passi nuovamente accanto al cane, picchialo sul muso, ma bada di colpirlo; infine torna da me-. La fanciulla trovò tutto come aveva detto la vecchia, e sulla via del ritorno trovò i due fratelli, che avevano girato mezzo mondo. Andarono insieme fino a dove si trovava il cane nero; ella lo colpì sul muso e quello divenne un bel principe, e li accompagnò al fiume. La vecchia era ancora là, e si rallegrò molto che fossero tornati tutti; li portò sull’altra riva e poi se ne andò anche lei poiché‚ ormai era libera dall’incanto. Gli altri invece andarono tutti dal vecchio pescatore ed erano tutti contenti di essersi ritrovati. La gabbia con l’uccello l’appesero al muro. Ma il secondo figlio non poteva stare fermo a casa; prese un arco e andò a caccia. Quando fu stanco, prese il suo flauto e suonò un’arietta. Ma anche il re era a caccia e l’udì; andò e quando incontrò il giovane disse: -Chi ti ha permesso di cacciare qui?-. -Oh, nessuno!- -Chi sei?- -Sono il figlio del pescatore.- -Quello non ha figli.- -Se non ci credi, vieni con me.- Il re andò e interrogò il pescatore che gli raccontò ogni cosa; e l’uccellino, alla parete, si mise a cantare:-La madre siede da sola, non c’è nessuno che la consola. Nobile Sire, potente Re, ecco i tuoi figli davanti a te! Due malvagie han tutto ordito, i bambini hanno rapito. Poi nell’acqua li han gettati, lui, per caso, li ha pescati.-Tutti inorridirono; allora il re portò con s‚ al castello l’uccello, il pescatore e i tre figli. Fece uscire di prigione la moglie che però era ammalata e consunta. Allora la figlia le diede da bere l’acqua del pozzo, ed ella ridiventò fresca e sana. Le due sorelle malvagie furono bruciate, e la figlia sposò il principe.

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Contesto

Interpretazioni

Linguistica

„I tre uccelli“ è una fiaba dei Fratelli Grimm che narra la storia di tre sorelle, un re, e la malvagità che può nascere dall’invidia. La storia si svolge in un tempo lontano, in un piccolo regno governato da un re amante della caccia. Un giorno, mentre il re esce per andare a caccia con i suoi ministri, tre fanciulle che custodiscono le mucche esprimono il desiderio di sposare rispettivamente il re e i suoi due ministri. Il re, che sente chiaramente le loro parole, torna e chiede loro se vogliono realmente sposarli, e così accade: la maggiore diventa regina, mentre le altre due sposano i ministri.

Quando la regina, dai capelli biondi come il lino, dà alla luce un maschio con una stella rossa in fronte, le sue invidiose sorelle lo gettano nel fiume. Fortunatamente, un pescatore lo trova e lo alleva con amore con la moglie. Questo avviene per tre figli, due maschi e una femmina, gettati nel fiume dalle sorelle ogni volta che la regina partorisce, e salvati sempre dal pescatore.

Le malvagie zie dicono al re che la regina ha partorito animali, cosa che il re accetta con rassegnazione come il volere di Dio. La regina, ingiustamente accusata, finisce in prigione. Anni dopo, i bambini crescono e, ignari delle loro origini, intraprendono un viaggio per scoprire la verità. Grazie all’aiuto di una vecchia saggia che li guida al superamento di varie prove, riescono a spezzare un incantesimo e liberare un principe da una maledizione.

Alla fine, tornano dal pescatore, loro padre adottivo, e lo accompagnano al castello del re. Un uccellino, che ha assistito a tutto, rivela la verità sulla malvagità delle zie e l’innocenza della regina. La famiglia reale si ricongiunge, la regina guarisce grazie all’acqua miracolosa del pozzo, e le zie malvagie ricevono la loro punizione. La storia si conclude con il matrimonio della figlia con il principe liberato, sottolineando il trionfo della verità e della giustizia sull’inganno e sulla malvagità.

„I tre uccelli“ dei Fratelli Grimm è una fiaba ricca di simbolismi e morale che riflette alcuni dei temi ricorrenti nelle storie tradizionali, come la giustizia, il destino e la redenzione. La trama si snoda attorno a una serie di eventi in cui la gelosia e l’avidità portano a ingiustizie, ma alla fine la verità viene a galla e i giusti vengono ricompensati.

In questa storia, il re sposa una delle tre fanciulle che custodiscono il bestiame, mentre le sue due sorelle sposano i ministri del re. La regina, però, cade vittima delle macchinazioni delle sue sorelle invidiose, le quali gettano i suoi figli nel fiume e la ingannano facendo credere al re che la regina abbia partorito animali. Tuttavia, un pescatore altruista salva i bambini e li alleva, permettendo loro di crescere sani e forti.

L’elemento mistico-rivelatore della storia è l’uccellino che canta una canzone enigmatica ogni volta che un bambino viene gettato nel fiume, suggerendo che il destino dei bambini è sotto una protezione divina e che la verità verrà rivelata col tempo. Infatti, l’uccello gioca un ruolo chiave nella rivelazione finale, esponendo le menzogne delle sorelle malvagie al re.

La morale della fiaba risiede nella credenza della giustizia divina e nel prevalere della verità. I personaggi innocenti — la regina, i suoi figli e il pescatore — sono alla fine ricompensati, mentre le sorelle colpevoli ricevono una punizione severa. Questo tema di retribuzione e redenzione è comune nelle fiabe, sottolineando l’idea che il bene alla fine trionfa sul male, e che la pazienza e l’integrità morale vengono ripagate.

La storia incorpora anche elementi di trasformazione e crescita: i bambini, una volta cresciuti, partono per trovare la verità sulle loro origini, e la principessa, attraverso le sue azioni coraggiose, non solo trova la verità sulla sua famiglia ma libera anche un principe da un incantesimo. Questi elementi simbolici rafforzano la narrativa di un viaggio verso la verità e l’auto-scoperta.

„I tre uccelli“ è una fiaba dei Fratelli Grimm che affronta temi universali come l’invidia, la bontà, la giustizia e la redenzione. La storia inizia con un re e due ministri che, durante una battuta di caccia, sentono tre sorelle esprimere il desiderio di sposarli. Il re esaudisce il desiderio delle giovani e sposa la maggiore, mentre le altre due sorelle sposano i ministri. Tuttavia, le due sorelle minori, invidiose della felicità della regina, mettono in atto un piano per sbarazzarsi dei figli che la regina dà alla luce, gettandoli nel fiume e sostituendoli con animali.

La componente magica appare quando un uccellino canta per rivelare la verità dei fatti, salvando i bambini. I figli, recuperati e allevati da un pescatore, intraprendono un viaggio per scoprire la loro vera origine. L’intervento di una vecchia che li aiuta nella loro ricerca rappresenta un simbolo tipico dei racconti fiabeschi, il mentore o aiutante magico.

Il climax si raggiunge quando, attraverso una serie di prove e compiti simbolici, i figli riescono a tornare a casa e a ristabilire la giustizia. La narrazione culmina con il re che scopre la verità e con il trionfo della giustizia: le sorelle malvagie vengono punite, e l’integrità della famiglia reale viene restaurata.

Dal punto di vista linguistico, il racconto utilizza un linguaggio semplice e diretto, tipico delle fiabe popolari, arricchito da dialoghi che fungono da elemento di svolta nella trama. L’uso della rima nei versi dell’uccellino conferisce musicalità e un senso di inevitabilità alla narrazione, sottolineando il tema del destino e della giustizia divina.

L’analisi di „I tre uccelli“ rivela una struttura narrativa tradizionale, con elementi simbolici e archetipici che esplorano le dinamiche familiari e le conseguenze delle azioni malvagie. Il finale, in cui il bene trionfa sul male, rappresenta un messaggio di speranza e redenzione, tipico delle fiabe dei Fratelli Grimm.


Informazioni per analisi scientifiche

Indicatore
Valore
NumeroKHM 96
Aarne-Thompson-Uther IndiceATU Typ 707
TraduzioniDE, EN, DA, ES, PT, IT, JA, NL, PL, RU, TR, VI, ZH
Indice di leggibilità di Björnsson37.2
Flesch-Reading-Ease Indice32.7
Flesch–Kincaid Grade-Level12
Gunning Fog Indice16.1
Coleman–Liau Indice10.2
SMOG Indice12
Indice di leggibilità automatizzato7.8
Numero di caratteri6.776
Numero di lettere5.300
Numero di frasi71
Conteggio parole1.199
Parole medie per frase16,89
Parole con più di 6 lettere243
Percentuale di parole lunghe20.3%
Sillabe totali2.225
Sillabe medie per parola1,86
Parole con tre sillabe284
Parole di percentuale con tre sillabe23.7%
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