Tempo di lettura per bambini: 8 min
Attenzione: Questa è una storia spaventosa.
C’era una volta uno stregone che, prendendo le sembianze di un pover’uomo, andava mendicando di casa in casa e catturava così le belle ragazze. Nessuno sapeva dove le portasse, poiché‚ nessuna faceva ritorno. Un giorno si presentò alla porta di un uomo che aveva tre belle figlie; aveva l’aspetto di un mendicante e portava sulla schiena una gerla, come se volesse riporvi le elemosine. Egli chiese qualcosa da mangiare, e, quando la figlia maggiore uscì per porgergli un tozzo di pane, la sfiorò appena, ed ella dovette saltare nella gerla. Poi se ne andò a grandi passi e se la portò a casa, in mezzo a una buia foresta. Nella casa tutto era splendido ed egli le diede tutto ciò che ella potesse desiderare e disse: -Qui con me starai bene, poiché‚ potrai avere tutto ciò che desideri-. Durò così qualche giorno, poi le disse: -Devo fare un viaggio e lasciarti sola per un po‘ di tempo. Eccoti le chiavi di casa: puoi andare dappertutto e guardare ogni cosa. Solo una stanza ti è vietata, quella che è aperta da questa chiavicina; ti proibisco di entrarci, pena la vita-. Le diede anche un uovo e disse: -Serbalo con cura e portalo sempre con te: se andasse perso, sarebbe una gran disgrazia-. La ragazza prese le chiavi e l’uovo e promise di far ogni cosa per bene. Ma come egli fu partito, non resistette alla curiosità e, dopo aver girato la casa da cima a fondo, aprì anche la porta proibita. Ma come si spaventò all’entrarvi! In mezzo alla stanza c’era una gran vasca insanguinata e dentro c’erano dei cadaveri squartati. Lo spavento fu così grande che l’uovo le sfuggì di mano e cadde nella vasca. Lo tirò fuori subito e lo ripulì dal sangue, ma invano perché‚ poco dopo ricompariva. Si mise a fregare e a raschiare in tutti i modi, ma non riuscì a toglierlo. Poco dopo lo stregone ritornò dal suo viaggio e disse: -Ridammi le chiavi e l’uovo-. Ella glieli porse tremando e, dalle macchie rosse, egli capì subito che era stata nella camera del sangue. Allora disse: -Ci sei andata contro la mia volontà; ora ci andrai contro la tua. Hai finito di vivere-. Poi l’afferrò, la trascinò nella stanza e la fece a pezzi, facendone scorrere il sangue sul pavimento. Dopo la gettò nella vasca insieme alle altre. -Adesso mi prenderò la seconda- disse lo stregone, e assumendo le sembianze di un pover’uomo ritornò a elemosinare davanti alla casa. La seconda fanciulla gli portò un pezzo di pane e, come aveva fatto con la prima, se ne impadronì sfiorandola appena, la portò via e la uccise nella camera del sangue, poiché‚ anch’essa aveva osato aprirla. Così andò a prendersi anche la terza sorella e se la portò a casa. Questa però era accorta e astuta. Quando lo stregone partì, dopo averle dato le chiavi e l’uovo, per prima cosa andò a mettere questo al sicuro, poi si recò nella camera proibita. Ah, cosa vide! Le sue care sorelle giacevano entrambe nella vasca miseramente assassinate! Ma ella le sollevò, raccolse le loro membra e le ricompose: testa, tronco, braccia, gambe. Quando furono tutte ricomposte: incominciarono a muoversi e si ricongiunsero, e le due fanciulle aprirono gli occhi e ritornarono in vita. Allora, piene di gioia, si baciarono e si abbracciarono, ma la più giovane le condusse fuori e le nascose. Quando lo stregone ritornò volle che la ragazza gli mostrasse le chiavi e l’uovo e, non potendo scorgervi traccia di sangue, disse: -Hai superato la prova, sarai la mia sposa-. -Sì- rispose ella -ma prima devi promettermi che porterai una cesta colma di oro ai miei genitori, e devi portarla tu stesso sulle tue spalle; nel frattempo io preparerò le nozze.- Poi andò nella sua cameretta dove aveva nascosto le sorelle e disse: -Vi metterò in salvo ma, come sarete a casa, mandatemi aiuto-. Allora le mise entrambe in un cesto e le ricoprì d’oro, così da nasconderle completamente. Infine chiamò lo stregone e disse: -Adesso porta via la cesta; e io starò a guardarti dalla mia finestrina, perché‚ non ti fermi a riposare per strada!-. Lo stregone si caricò la cesta sulle spalle e si mise in cammino, ma la cesta gli pesava tanto che gli grondava il sudore dalla faccia, e credeva di cader morto per il gran peso. Allora volle riposarsi un po‘, ma subito una gridò dal cesto: -Vedo dalla mia finestrina che ti riposi; va‘ avanti subito!-. Egli credette che fosse la sua sposa a parlare, e si rimise a camminare. Poco dopo volle sedersi nuovamente ma di nuovo la fanciulla gridò: -Vedo dalla mia finestrina che ti riposi; va‘ avanti subito!-. E ogni volta che si fermava, la fanciulla gridava, ed egli doveva andare avanti finché‚, senza fiato, depose la cesta con l’oro e le due fanciulle a casa dei loro genitori. Nel frattempo la sposa preparava la festa nuziale. Prese un teschio ghignante, l’adornò e lo portò davanti all’abbaino, come se guardasse fuori. Poi, dopo aver invitato alla festa gli amici dello stregone, si cacciò in un barilotto di miele, tagliò il materasso e ci si avvoltolò, così da sembrare uno strano uccello e in modo da non essere riconosciuta. Uscì di casa e, per via, incontrò una parte degli invitati che le chiesero:-Da dove vieni bizzarro uccellino?- -Da un nido di piume qui vicino.- -La bella sposa a che s’è dedicata?- -Alla casetta: l’ha pulita e spazzata, ora alla finestra se ne sta affacciata.-Poi incontrò lo sposo, che se ne stava ritornando a casa, e anch’egli le domandò:-Da dove vieni bizzarro uccellino?- -Da un nido di piume qui vicino.- -La bella sposa a che s’è dedicata?- -Alla casetta: l’ha pulita e spazzata, ora alla finestra se ne sta affacciata.-Lo sposo alzò lo sguardo e vide il teschio tutto agghindato. Pensando che fosse la sua sposa le fece un cenno con il capo e la salutò cordialmente. Ma era appena entrato in casa con i suoi ospiti che arrivarono i parenti della sposa, mandati in suo soccorso. Chiusero tutte le porte perché‚ nessuno potesse scappare e appiccarono il fuoco alla casa. Così lo stregone dovette bruciare con tutta la sua gentaglia.

Contesto
Interpretazioni
linguistica
„L’uccello strano“ è una delle fiabe meno conosciute dei Fratelli Grimm, ma contiene molti degli elementi tipici delle loro storie: il pericolo, l’inganno, e la giustizia finale. La trama ruota attorno a uno stregone malvagio che, travestito da mendicante, rapisce giovani ragazze per portarle in una casa nascosta in una foresta, dove nessuna fa mai ritorno.
Le tre sorelle protagoniste della storia rappresentano diverse reazioni al pericolo. Le prime due cadono vittime della curiosità e della disobbedienza, caratteristiche che nei racconti dei Grimm spesso portano a conseguenze nefaste per i personaggi. La terza sorella, tuttavia, utilizza l’astuzia e la prudenza per sovvertire il destino che ha inghiottito le sue sorelle. Non solo riesce a evitare di macchiarsi le mani di sangue, ma persino a riportare in vita le sorelle mediante un atto di pietà e ingegno.
L’escamotage della cesta piena d’oro, che cela le sorelle salvate, è un capolavoro di astuzia e diventa il mezzo per la loro fuga sicura. Intanto, la sposa organizza il proprio piano di fuga, utilizzando il travestimento per sfuggire all’attenzione dello stregone e dei suoi complici. La conclusione della storia vede la giustizia trionfare, con lo stregone e i suoi amici inceneriti dal fuoco appiccato dagli alleati della protagonista. La figura del „bizzarro uccellino“ che passa inosservato tra gli invitati fino a incontrare lo stregone è simbolica della trasformazione e della furbizia necessarie per sopravvivere e trionfare sul male.
In questa fiaba, i temi ricorrenti dei Grimm sono evidenti: la curiosità che porta al pericolo, l’ingenuità punita, l’astuzia premiata, e infine la punizione esemplare del male. L’enfasi sulla famiglia e sulla salvezza reciproca sottolinea il valore della solidarietà e dell’ingegno nel superare le avversità.
„L’uccello strano“ è un racconto dei fratelli Grimm che esplora temi classici delle fiabe, come la curiosità, l’inganno e la vendetta. Il racconto descrive la storia di uno stregone che assume l’aspetto di un mendicante per rapire ragazze, portandole in una casa nella foresta sotto la promessa di una vita agiata, ma con la condizione di non entrare in una stanza specifica, dove si celano orrori. Le prime due sorelle cadono nella trappola, violate dalla loro curiosità, mentre la terza utilizza astuzia e coraggio per salvarsi e vendicare le sue sorelle.
Il racconto può essere interpretato in vari modi
Curiosità e conseguenze: Come molte storie simili, il racconto esplora la curiosità come una forza potente ma potenzialmente pericolosa. Le prime due sorelle soccombono alla tentazione di esplorare l’ignoto e ne pagano con la vita.
Astuzia e ingegno femminile: La terza sorella mostra come l’astuzia e l’ingegno possano superare la forza bruta. Invece di soccombere all’autorità del mago, utilizza la sua intelligenza per salvare le sue sorelle e orchestrare la sconfitta dello stregone.
Il male sotto mentite spoglie: Lo stregone che assume l’aspetto di un mendicante rappresenta il male che si nasconde dietro un’apparenza innocua. È un avvertimento a non fidarsi delle apparenze.
Giustizia e vendetta: Il finale della storia sottolinea un senso di giustizia e vendetta, poiché lo stregone e i suoi complici ricevono la loro punizione. La vendetta è compiuta non dalla forza bruta ma attraverso la pianificazione e l’astuzia.
Il tema del sacrificio e salvezza: La fiducia tra le sorelle gioca un ruolo cruciale. La terza sorella non solo salva se stessa ma riporta in vita le sue sorelle, mostrando il potere del legame familiare e del sacrificio.
Nel contesto delle fiabe, la storia attinge a motivi comuni come la stanza proibita (simile alla storia di Barbablù) e il tema del femminile in pericolo, ma introduce una dinamica di potere in cui la vittima potenziale diventa il salvatore, capovolgendo le aspettative tradizionali.
„L’uccello strano“ dei Fratelli Grimm è una fiaba che esplora temi di curiosità, inganno e giustizia. La struttura della storia è tipica delle fiabe, con elementi caratteristici quali l’ambientazione in un passato indeterminato („C’era una volta“), la presenza di personaggi stereotipati come lo stregone e le belle fanciulle, e l’uso di prove o sfide che i personaggi devono superare.
Ripetizione e Parallelismo: La fiaba usa la ripetizione di frasi e azioni per rafforzare la narrazione e per facilitare la memorizzazione. Ad esempio, la scena in cui lo stregone promette alle ragazze la libertà di movimento nella casa, ma proibisce l’accesso a una stanza specifica, si ripete in modo simile per ognuna delle sorelle.
Formula Fiabesca: L’uso di numeri magici come il tre, che si ripresenta con le tre sorelle e le tre prove principali (curiosità, inganno, astuzia), è tipico delle fiabe e crea aspettative nel lettore.
Dinamica del Desiderio e della Curiosità: La curiosità, personificata dalla decisione della prima e seconda sorella di aprire la porta vietata, è un tema comune nelle fiabe che spesso simboleggia il pericolo. Qui, la curiosità porta alla scoperta di una verità orribile e alla punizione.
Simbolismo: L’uovo rappresenta la fragilità e la verità; una volta macchiato di sangue, diventa una prova irrefutabile della disobbedienza. Il teschio vestito rappresenta un inganno ultimo che permette alla protagonista di finire il suo piano.
Astuzia Femminile: La terza sorella, descritta come accorta e astuta, capovolge la situazione di pericolo attraverso l’inganno, utilizzando l’astuzia per salvare le sorelle e pianificare la sua vendetta verso lo stregone.
Ruoli di Genere e Potere: Le fiabe spesso riflettono la struttura sociale del loro tempo. In questa storia, le ragazze inizialmente sembrano vittime del potere maschile (lo stregone), ma alla fine la sopravvivenza e la vendetta vengono ottenute attraverso l’intelligenza femminile, invertendo i ruoli e sconfiggendo il malvagio.
Morale e Giustizia: La fine della storia, con la giustizia che alla fine viene servita attraverso la punizione del colpevole e la salvezza degli innocenti, è tipica delle fiabe dei Grimm, dove il bene trionfa sul male attraverso mezzi non convenzionali e spesso violenti.
In sintesi, „L’uccello strano“ utilizza una serie di dispositivi narrativi e temi tipici delle fiabe classiche per trasmettere lezioni morali e intrattenere. La narrazione è semplice ma efficace, presentando una chiara distinzione tra bene e male, e celebrando l’ingegno e il coraggio come mezzi di riscatto e salvezza.
Informazioni per analisi scientifiche
Indicatore | Valore |
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Numero | KHM 46 |
Aarne-Thompson-Uther Indice | ATU Typ 311 |
Traduzioni | DE, EN, DA, ES, FR, PT, FI, IT, JA, NL, PL, RU, TR, VI, ZH |
Indice di leggibilità di Björnsson | 38.6 |
Flesch-Reading-Ease Indice | 26.3 |
Flesch–Kincaid Grade-Level | 12 |
Gunning Fog Indice | 16.4 |
Coleman–Liau Indice | 10.8 |
SMOG Indice | 12 |
Indice di leggibilità automatizzato | 8.6 |
Numero di caratteri | 5.942 |
Numero di lettere | 4.675 |
Numero di frasi | 59 |
Conteggio parole | 1.036 |
Parole medie per frase | 17,56 |
Parole con più di 6 lettere | 218 |
Percentuale di parole lunghe | 21% |
Sillabe totali | 1.993 |
Sillabe medie per parola | 1,92 |
Parole con tre sillabe | 247 |
Parole di percentuale con tre sillabe | 23.8% |