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Federico e Caterinella
Grimm Märchen

Federico e Caterinella - Fiaba dei Fratelli Grimm

Tempo di lettura per bambini: 15 min

C’era un uomo che si chiamava Federico, e una donna che si chiamava Caterinella; si erano sposati e vivevano insieme da sposi novelli. Un giorno Federico disse: „Adesso vado nel campo, Caterinella; quando ritorno deve esserci in tavola qualcosa di arrostito per la fame, e una bevanda fresca per la sete.“ – „Va‘ pure, Richetto,“ rispose Caterinella, „va‘ pure, farò tutto quanto.“ Quando si avvicinò l’ora del pranzo, staccò una salsiccia dal camino, la pose in una padella con un po‘ di burro e la mise sul fuoco. La salsiccia incominciò a friggere e sfrigolare, mentre Caterinella se ne stava lì, soprappensiero, tenendo il manico della padella; d’un tratto le venne in mente: Intanto che la salsiccia cuoce, potresti spillare la birra in cantina. Così assicurò il manico della padella, prese un boccale e scese in cantina a spillar birra. La birra veniva giù nel boccale e Caterinella stava a guardarla; d’un tratto le venne in mente: Ohi, non sarà mica entrato il cane di sopra, che mi porti via la salsiccia dalla padella? Sarebbe il colmo! e si precipitò su per le scale. Ma il birbante aveva già la salsiccia in bocca e se la trascinava per terra. Caterinella si mise a inseguirlo e lo rincorse per un bel tratto nei campi, ma il cane era più veloce di lei e non mollò neppure la salsiccia che gli saltellava dietro. „Quel che è stato è stato!“ disse Caterinella; si voltò e, siccome era stanca per la corsa, si mise a camminare tranquillamente, asciugandosi il sudore. Nel frattempo la birra continuava a uscire dalla botte, perché‚ la donna non aveva chiuso il rubinetto; e quando il boccale fu pieno, e altro posto non c’era la birra incominciò a scorrere in giro per la cantina, finché‚ la botte fu vuota. Caterinella era ancora sulla scala, e già si accorse della disgrazia. „Accidenti,“ gridò. „Che fare perché‚ Federico non se ne accorga?“ Pensò un po‘; infine le venne in mente che dall’ultima sagra c’era ancora in solaio un sacco di bella farina di frumento, poteva andare a prenderlo e spargerlo sulla birra. „Sì,“ disse, „ogni cosa ritirata, quando serve è già trovata!“ Andò così a prendere il sacco in solaio, lo portò giù e lo buttò proprio sul boccale pieno che si rovesciò spandendo la birra di Federico per la cantina. „Benone!“ disse Caterinella, „dov’è l’uno dev’esserci anche l’altro.“ E sparse dappertutto la farina. Quand’ebbe finito, disse, tutta contenta del proprio lavoro: „Com’è bello, lucido e pulito!“

A mezzogiorno tornò a casa Federico. „Allora, moglie, cosa mi hai preparato?“ – „Ah, Richetto,“ rispose ella, „volevo arrostirti una salsiccia, ma il cane l’ha portata via mentre io spillavo la birra; e mentre rincorrevo il cane, la birra si è rovesciata; e mentre asciugavo la birra con la farina, ho rovesciato anche il boccale; in compenso la cantina è bell’asciutta adesso!“ Federico disse: „Caterinella, Caterinella, non dovevi farlo! ti fai rubare la salsiccia, lasci aperto il rubinetto della botte, e per di più ci butti sopra la farina!“ – „Già, Richetto, non lo sapevo, avresti dovuto dirmelo!“

L’uomo pensò: Con una simile moglie, devi essere più accorto. Aveva messo insieme una bella somma di denaro, e pensò, così, di cambiarlo in oro e disse a Caterinella: „Guarda, sono cicerchie gialle: le metto in una pentola e le sotterro nella stalla sotto la mangiatoia; ma tu stanne alla larga o te ne pentirai.“ – „No, Richetto,“ diss’ella, „non le toccherò di certo.“ Quando Federico se ne fu andato, arrivarono dei mercanti nel villaggio che vendevano tegami e pentole di terra, e domandarono alla giovane sposa se intendeva comprarne. „Brava gente,“ disse Caterinella, „io non ho denaro e non posso comprare nulla, a meno che non vi servano delle cicerchie gialle.“ – „Cicerchie gialle? e perché‚ no? Fatecele vedere,“ risposero i mercanti. „Andate nella stalla e scavate sotto la mangiatoia: le troverete lì: io non posso andarci.“ I furfanti andarono a scavare e trovarono oro puro; lo presero e tagliarono la corda, lasciando in casa pentole e tegami. Caterinella pensò di usare le pentole in qualche maniera e, poiché‚ in cucina ne aveva a sufficienza, le sfondò e infilò per ornamento sui pali della staccionata tutt’intorno alla casa. Quando Federico rincasò e vide quella decorazione, disse: „Cos’hai fatto, Caterinella?“ – „Le ho comprate, Richetto, con le cicerchie gialle nascoste sotto la mangiatoia. Io non ci sono andata, i venditori hanno dovuto dissotterrarsele da s'“ – „Ah, moglie,“ esclamò Federico, „che hai fatto! non erano delle cicerchie, ma oro puro, ed era tutto il nostro avere! Non avresti dovuto farlo!“ – „Sì, Richetto,“ rispose ella, „ma non lo sapevo, dovevi dirmelo prima.“

Caterinella stette un po‘ a pensare, poi disse: „Ascolta, Richetto, riusciremo ad avere di nuovo il nostro denaro: corriamo dietro ai ladri.“ – „Vieni,“ disse Federico, „proviamo, ma prendi con te burro e formaggio, per avere qualcosa da mangiare per strada.“ – „Sì, Richetto, lo prenderò.“ Si misero in cammino e, siccome Federico era una buona gamba, Caterinella rimase indietro. Che importa, pensò, quando torniamo indietro avrò già fatto un pezzo di strada! Arrivò a un monte, e ai due lati della strada c’erano dei solchi profondi. „Ma guarda un po‘,“ disse Caterinella, „come hanno rotto, sbucciato e schiacciato questo povero terreno! non guarirà mai più.“ E, con cuore pietoso, prese il burro e lo spalmò sulle carreggiate a destra e a sinistra, perché‚ non fossero schiacciate dalle ruote; ma, mentre si chinava in quel gesto misericordioso, un formaggio le uscì di tasca e rotolò giù per il pendio. Caterinella disse: „Ho già fatto la strada una volta, non ho voglia di ritornare giù; ci andrà un altro ad acchiapparlo!“ Così prese di tasca un altro formaggio e lo fece rotolare giù. Ma i formaggi non ritornavano; allora ne buttò un terzo pensando che forse aspettavano compagnia e non gradivano stare soli. Siccome non tornavano neppure in tre, disse: „Non capisco proprio! Ma potrebbe essere che il terzo non ha trovato la strada e si sia smarrito: spedirò giù il quarto a chiamarli.“ Ma il quarto non fece meglio del terzo. Allora Caterinella s’arrabbiò e gettò giù anche il quinto e il sesto; ed erano gli ultimi. Stette ad aspettarli per un po‘, ma poi, vedendo che non arrivavano mai, disse: „Lenti come siete, potrei mandarvi a chiamare la morte! pensate forse che voglia aspettarvi ancora? Me ne vado per la mia strada, se volete potete rincorrermi, le vostre gambe sono più giovani delle mie!“ Caterinella andò e trovò Federico che si era fermato ad aspettarla perché‚ aveva voglia di mangiare qualcosa. „Fammi vedere quel che hai portato.“ Ma ella gli porse pane asciutto. „Dove sono il burro e il formaggio?“ domandò Federico. „Ah, Richetto,“ rispose Caterinella, „con il burro ho spalmato la carreggiata e i formaggi stanno per arrivare: uno mi è scappato, allora ho mandato gli altri a chiamarlo.“ Federico disse: „Non avresti dovuto farlo, Caterinella, spalmare burro per strada e gettare i formaggi giù dal monte!“ – „Sì, Richetto, ma avresti dovuto dirmelo!“

Mangiarono insieme il pane asciutto, poi Federico disse: „Caterinella, hai chiuso bene la casa prima di venir via?“ – „No, Richetto, avresti dovuto dirmelo prima.“ – „Allora torna indietro a chiuder casa, prima che andiamo avanti, e porta anche qualcos’altro da mangiare. Io ti aspetterò qui.“ Caterinella tornò indietro e pensò: Richetto vuole qualcos’altro da mangiare, ma burro e formaggio non gli piacciono, perciò gli porterò un tovagliolo pieno di pere secche e una brocca d’aceto per bere. Poi mise il catenaccio alla parte superiore della porta; quella inferiore, invece, la scardinò e se la mise sulle spalle, credendo che la casa fosse più sicura se si portava dietro la porta. Dopo si mise in cammino tutta tranquilla e quando raggiunse Federico disse: „Eccoti qua la porta, Richetto, così potrai tu stesso custodire la casa!“ – „Ah, Dio!“ esclamò questi, „che moglie furba che ho! Scardina la porta in basso, che chiunque può entrarci, e mette il catenaccio in alto! Adesso è troppo tardi per ritornare ancora a casa, ma visto che hai voluto portarti l’uscio fin qui, lo porterai anche oltre.“ – „Porterò l’uscio, Richetto, ma le pere secche e la brocca d’aceto pesano troppo: le appendo all’uscio che le porti lui.“

Così andarono nel bosco a cercare i ladri, ma non li trovarono. Nel frattempo si era fatto buio e i due salirono su di un albero per passarvi la notte. Ma non appena furono lassù, arrivarono coloro che portano via ciò che non vuol seguirli e trovano le cose prima che vadano smarrite. Si sedettero sotto l’albero, accesero un fuoco e volevano spartirsi il bottino. Federico scese dall’altra parte, raccolse delle pietre e risalì con l’intento di scagliarle addosso ai ladri uccidendoli a sassate. Ma le pietre non li colpirono e i malviventi esclamarono: „E‘ quasi mattina, il vento fa cadere le pigne.“ Caterinella aveva sempre l’uscio sulla schiena, e poiché‚ pesava tanto pensò che fosse colpa delle pere secche e disse: „Richetto, devo buttar giù le pere!“ – „No, Caterinella, non ora,“ rispose egli, „potrebbero tradirci.“ – „Ah, Richetto, devo farlo per forza pesano troppo!“ – „E allora buttale, per la miseria!“ Le pere secche rotolarono fra i rami, ma i ladri dissero: „Sterco di uccelli.“ Dopo un po‘, siccome l’uscio continuava a pesare, Caterinella disse: „Ah, Richetto, devo rovesciare l’aceto!“ – „No, Caterinella, non devi, potrebbe tradirci.“ – „Ah, Richetto, devo farlo per forza, pesa troppo!“ – „E allora buttalo, dannazione!“ Caterinella rovesciò l’aceto spruzzando i ladri che dissero: „Incomincia già a cadere la rugiada.“ Finalmente Caterinella pensò: E se fosse la porta a pesarmi tanto? e disse: „Richetto, devo buttar giù la porta.“ – „No, Caterinella, non ora, potrebbe tradirci.“ – „Ah, Richetto, devo farlo per forza, pesa troppo!“ – „No, Caterinella, tienila forte!“ – „Ah, Richetto, la lascio andare!“ – „E allora,“ rispose Federico furibondo, „lasciala andare per tutti i diavoli!“ La porta cadde con gran fragore e i ladri gridarono: „Il diavolo scende dall’albero!“ e tagliarono la corda piantando lì tutto. All’alba, quando i due scesero dall’albero, ritrovarono tutto il loro oro e se lo portarono a casa.

A casa Federico disse: „Adesso, Caterinella, devi metterti a lavorare d’impegno.“ – „Sì, Richetto,“ rispose ella, „lo farò. Andrò nel campo a mietere.“ Quando fu nel campo, Caterinella disse fra s‘: Mangio o dormo prima di mietere? Be‘, prima mangerò! Mangiò e mangiando le venne sonno; così si mise a mietere e, mezzo addormentata, tagliò i suoi vestiti: grembiule, gonna e camicia. Quando si svegliò, dopo un sonno profondo, si trovò mezza nuda e disse fra s‘: „Sono o non sono io? Ah, non sono certo io!“ Nel frattempo era calata la notte; Caterinella corse al villaggio, bussò alla finestra del marito e gridò: „Richetto?“ – „Cosa c’è.“ – „Vorrei sapere se Caterinella è in casa.“ – „Sì, sì,“ rispose Federico, „starà dormendo.“ Ella disse: „Allora non sono proprio io,“ e corse via.

Fuori Caterinella trovò dei lestofanti che volevano rubare. Si avvicinò a loro e disse: „Voglio aiutarvi a rubare.“ Quelli pensarono che conoscesse le opportunità che offriva il luogo, e accettarono soddisfatti. Ma Caterinella passava davanti alle case e gridava: „Gente, avete qualcosa? Vogliamo derubarvi!“ Abbiamo fatto un bell’affare! pensarono i malandrini, e desiderarono disfarsi di Caterinella. Le dissero: „Il parroco ha un campo di rape davanti al villaggio; vacci e raccoglile.“ Caterinella andò nel campo e incominciò a raccogliere le rape, ma era così pigra che non si raddrizzava mai. Un passante si fermò a guardarla e pensò che fosse il diavolo a scavare fra le rape. Corse in paese dal parroco e disse: „Reverendo, nel vostro campo c’è il diavolo che raccoglie le rape.“ – „Ah, Dio,“ rispose il parroco, „ho un piede zoppo e non posso andare a scacciarlo!“ Disse l’uomo: „Allora vi porterò in spalla,“ e lo portò fuori. E, quando arrivarono al campo, Caterinella si raddrizzò, stirandosi. „Ah, il diavolo!“ gridò il parroco, e se la diedero a gambe tutti e due; e, per la gran paura, il parroco, con il suo piede zoppo, correva più dritto dell’uomo che l’aveva portato in spalle, con le gambe sane.

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Informazioni per analisi scientifiche

Indicatore
Valore
NumeroKHM 59
Aarne-Thompson-Uther IndiceATU Typs 1387
TraduzioniDE, EN, DA, ES, PT, FI, HU, IT, JA, NL, PL, RU, TR, VI, ZH
Indice di leggibilità di Björnsson39.3
Flesch-Reading-Ease Indice21.5
Flesch–Kincaid Grade-Level12
Gunning Fog Indice15.2
Coleman–Liau Indice12
SMOG Indice12
Indice di leggibilità automatizzato8.1
Numero di caratteri12.222
Numero di lettere9.499
Numero di frasi141
Conteggio parole1.990
Parole medie per frase14,11
Parole con più di 6 lettere502
Percentuale di parole lunghe25.2%
Sillabe totali4.023
Sillabe medie per parola2,02
Parole con tre sillabe558
Parole di percentuale con tre sillabe28%
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